Quante volte capita di partecipare a un concorso o a un operazione a premio? Si tratta di iniziative che, anche se non ce ne rendiamo conto, ci circondano e vengono organizzate molto spesso dalle aziende per fare brand awareness, premiare i propri clienti storici e trovarne di nuovi. A capire che cosa siano a grandi linee ci arriviamo tutti: si tratta di manifestazioni che mettono in palio dei premi, che – nel caso dei concorsi a premio – vanno a solo alcuni fortunati vincitori o – nel caso delle operazioni a premio – vanno a tutti quelli che hanno partecipato. Eppure esistono tantissime regole, indicazioni e norme da seguire per organizzare quelle che possono sembrare, all’apparenza, delle iniziative molto semplici: proprio per questo, moltissime aziende preferiscono affidarsi a realtà specializzate in questo settore, come OC Promotion, i cui esperti sono a conoscenza di moltissimi dettagli di cui è importantissimo non dimenticarsi. Scopriamo allora 4 curiosità riguardo ai concorsi e alle operazioni a premio che probabilmente non conosci.
1. Anche i giveaway sui social devono seguire delle norme stringenti
Avete mai sentito parlare o partecipato a dei contest o a dei giveaway? Anche questi fanno parte del variegato universo dei concorsi a premi, ma sono soprattutto legati al mondo del web e dei social media. Di solito prevedono l’interazione con l’utente, a cui viene richiesta un’azione social, come la ricondivisione sulle stories di un post aziendale o un commento a un post.
Quello che forse tutti non sanno è che queste tipologie di concorsi a premi non sono comunque escluse dal seguire una normativa: non si possono semplicemente organizzare in maniera spontanea, ma bisogna utilizzare un certo tipo di software, portare avanti una specifica pratica ministeriale, occuparsi della fideiussione dei premi e del GDPR e assicurarsi che server e database utilizzati si trovino all’interno del territorio italiano. Decisamente più difficile di quanto si potrebbe pensare!
2. L’autorizzazione ministeriale non esiste
Spesso si sente parlare di un qualche tipo di autorizzazione ministeriale quando si discute di come si dovrebbe procede per organizzare un concorso a premio. Si tratta, in realtà, di un procedimento che è ormai un ricordo: l’autorizzazione ministeriale è infatti stata abolita dal DPR n. 430 del 2001. L’entrata in vigore del nuovo Regolamento (nell’aprile 2002) ha semplificato la disciplina al riguardo, sostituendo la vecchia autorizzazione con la comunicazione obbligatoria al Ministero dello Sviluppo Economico.
3. Esistono delle manifestazioni a premio senza nessun obbligo
Se è vero che nessuna manifestazione a premio ha ad oggi necessità di alcuna autorizzazione come accadeva in passato, di solito devono comunque tutte seguire delle precise direttive, veicolate proprio dal Regolamento in vigore dal 2002. Ci sono però alcune manifestazioni a premio che sono esenti da diversi adempimenti. Di cosa si tratta? Delle “manifestazione a premio escluse”, una tipologia disciplinata dalla normativa presente all’art. 6 del DPR n. 430 del 2001 che riguarda:
- concorsi letterari, artistici o scientifici
- concorsi di emittenti televisive e radiofoniche
- concorsi con premi di minimo valore
- manifestazioni a scopo sociale o benefico
- concorsi con premio conseguito a seguito di un “facere”
- concorsi con premi non soggetti a valutazione economica
4. Che fine fanno i premi non ritirati?
Per quanto possa sembrare inconsueto, succede che i vincitori di un concorso non ritirino i premi: si parla, in questo caso, di premi non ritirati (quando ci sono più premi che vincitori o quando non si hanno abbastanza informazioni per riuscire a dare il premio al vincitore), premi non richiesti (quando non si riesce a far arrivare il premio al destinatario) e premi rifiutati (quando il vincitore rifiuta esplicitamente la ricezione del premio). Secondo il DPR 430/2001, i premi non richiesti o non assegnati devono essere devoluti a una Onlus. Diversamente, se il premio viene rifiutato dal vincitore, il Promotore del concorso non ha l’obbligo di devolvere il montepremi a una Onlus, ma può decidere autonomamente cosa farne (e quindi decidere di tenere il premio in azienda).