Cirrosi epatica: si può guarire definitivamente?

Cirrosi epatica: si può guarire definitivamente?

La cirrosi epatica è dovuta alla progressiva lacerazione del fegato causata da varie condizioni come l'epatite cronica, la malattia biliare, il fegato grasso e l'abuso di alcol. Le cicatrici riducono la capacità dell'organo di funzionare normalmente. Questa disfunzione provoca l'ostruzione del flusso sanguigno al fegato, detta anche ipertensione portale. Ciò può provocare un ingrossamento della milza, ascite e grave sanguinamento gastrointestinale a causa dei vasi sanguigni dilatati (chiamati vene varicose) che possono rompersi. Il danno all'organo causato dalla cirrosi è irreversibile e gli stadi avanzati possono essere fatali. I sintomi di solito non sono rilevabili fino a quando il danno epatico non è in uno stadio avanzato. Tuttavia la nausea, la perdita di appetito, l'aumento del peso e la formazione di ascite, l'itterizia, la fatica, l'ecchimosi e il gonfiore addominale sono tutti segnali che possono far presagire alla comparsa di questo disturbo.

Come si cura la cirrosi?

Anche se non esiste una cura per la cirrosi, il medico può consigliare diversi trattamenti per rallentare la guarigione e alleviare i sintomi. In primo luogo, il dottore può provare a curare la malattia di base, che è la causa della cirrosi, attraverso farmaci, regimi alimentari specifici o programmi di riabilitazione di alcool. Per alleviare i sintomi lo specialista può raccomandare al paziente di cambiare lo stile di vita o fare una dieta a basso contenuto di sodio o a base vegetale e lo sollecita a smettere di bere sostanze alcoliche. Lo stesso può prescrivere farmaci come gli antibiotici per prevenire l'infezione come i vaccini contro l'epatite virale, la polmonite e l'influenza allo scopo di aiutare a evitare potenziali patologie che possono causare infezioni. Inoltre può ordinare un trattamento che aiuta a ridurre le tossine nel sangue.
Una procedura non invasiva per il trattamento dell'ipertensione portale dovuta a cirrosi è lo Shunt portosistemico intraepatico transgiugulare (TIPS). In passato questa tecnica veniva realizzata tramite interventi chirurgici. In seguito grazie alla radiologia interventistica è stata applicata una metodica di imaging chiamata fluoroscopia per collegare la vena porta alla vena epatica nel fegato. Un piccolo dispositivo di metallo, chiamato stent, viene posizionato per mantenere la conduttura aperta e consentire al sangue di defluire dall'intestino al cuore mentre bypassa il fegato.

Trapianto del fegato

Il trapianto del fegato è l'unico vero trattamento per la cirrosi. I primi pazienti idonei sono quelli con il punteggio MELD più alto e una aspettativa di vita di tre mesi più bassa. La prioritizzazione dei pazienti candidati a questo intervento rimane molto delicata a causa delle esigenze che sono superiori al numero di organi disponibili e i criteri di selezione vengono regolarmente rivalutati. Alla luce di questi risultati soddisfacenti gruppi di scienziati stanno lavorando per ridurre i trattamenti immunosoppressivi associati al rischio di emopatie o tumori del tratto aerodigestivo. I ricercatori stanno cercando di identificare gli elementi coinvolti nella manifestazione della cirrosi e le sue complicanze in caso di esposizione a un rischio (alcol, epatite). Questi fattori possono essere personali (predisposizione genetica, comorbilità) e ambientali (assunzione di cibo, sedentarietà). I dati sono stati attinti da uno studio di coorte osservazionale dei pazienti a rischio cirrosi e sfruttano la "-omica" per identificare le cause che portano alla manifestazione e all'avanzamento della malattia epatica. L'obiettivo è quello di sviluppare nuovi strumenti per prevedere l'insorgenza della malattia e il suo decorso. Gli esperti stanno anche pensando di ottimizzare la conoscenza dei meccanismi che sono alla base del cancro al fegato allo scopo di identificare nuovi bersagli terapeutici che consentano lo sviluppo di trattamenti più efficaci di quelli attualmente disponibili.