I principali processi per il trattamento dell’alluminio

I principali processi per il trattamento dell’alluminio

Nel 1807 il chimico inglese Sir Humphrey Davy (1778-1829) scoprì l’alum, il sale di un metallo sconosciuto, che decise di chiamare alumium: oggi è noto come alluminio. Circa 80 anni dopo la sua scoperta fu brevettato il metodo di estrazione dell’ossido di alluminio dalla bauxite. Da allora, l’alluminio è diventato un metallo di largo impiego in moltissime applicazioni:

  • trasporti (veicoli su terra, imbarcazioni, veicoli su rotaie, aerei);
  • industria meccanica;
  • telecomunicazioni, elettronica, illuminazione, telefonia;
  • industria agro-alimentare e attrezzature per uso domestico;
  • industria chimica e petrolifera;
  • industria metallurgica e bellica;
  • edilizia;
  • industria elettrica.

La molteplicità delle sue applicazioni richiede spesso di esaltare o modificare alcune caratteristiche intrinseche dell’alluminio per motivazioni estetiche e/o strutturali. Al fine di valorizzare al meglio le caratteristiche di questo metallo e delle sue leghe, Tecnochimica, azienda italiana specializzata in innovazione ed evoluzione dei processi galvanici, ha sviluppato una serie di trattamenti superficiali, sia per alluminio pressofuso sia per alluminio da lastra, che possono essere combinati specificatamente in accordo all’applicazione desiderata.

 

A cosa è dovuto il grande successo dell’alluminio?

L’alluminio ha visto una così rapida ed estesa diffusione grazie alle sue numerose qualità:

  • si tratta di uno degli elementi maggiormente presenti in natura, visto che rappresenta l’8% della crosta terrestre;
  • sebbene i costi di produzione in termini energetici siano considerevoli (13 kWh/kg), il riciclo abbatte il costo del 95%;
  • è riciclabile al 100% e infinite volte senza perdere le sue caratteristiche;
  • l’alluminio ha un peso corrispondente a 1/3 a parità di volume del rame e dell’acciaio;
  • resistenza alla corrosione;
  • duttilità e malleabilità;
  • alta conducibilità elettrica, termica e sonora;
  • grazie alla sua capacità riflettente, favorisce il risparmio energetico riducendo la dispersione della luminosità;
  • il suo amagnetismo lo rende adatto ad applicazioni che coinvolgono onde (radio, radar, stereo).

I trattamenti superficiali dell’alluminio

Per questo è fondamentale, in base all’applicazione di destinazione, sottoporre il semilavorato a opportuni trattamenti superficiali. Per un risultato soddisfacente nelle lavorazioni a cui vogliamo sottoporre l’alluminio è necessario sottoporre il semilavorato a un ciclo adatto di pretrattamento volto a eliminare impurità, sfridi e tracce di grassi delle precedenti lavorazioni. Dopodiché è possibile procedere con una gamma di lavorazioni superficiali a seconda dello scopo da raggiungere.

Per avere un alluminio brillante, privo di imperfezioni e per eliminare strati di ossidi indesiderati è opportuno trattare la superficie del metallo mediante decapaggio, che nella maggior parte dei casi consiste nell’immersione del materiale in un bagno acido o basico. Essendo l’alluminio un metallo anfotero, infatti, si può operare in entrambi gli ambienti.

Se l’applicazione di destinazione prevede l’impiego dell’alluminio in componenti soggetti a urto e usura è consigliabile, prima di procedere con la nichelatura, optare per il trattamento superficiale della cementazione, in modo da aumentare la resistenza del metallo senza comprometterne duttilità e tenacità.

Infine, come ultimo trattamento o primer per una successiva verniciatura, è opportuno utilizzare sul materiale trattato una passivazione a base di cromo trivalente, trattamento superficiale che conferirà una maggiore resistenza alla corrosione e manterrà l’elevata conducibilità dell’alluminio.

Tecnochimica ha messo tutta la sua esperienza e tecnologia al servizio dello sviluppo di processi per trattare i metalli e l’alluminio per migliorarne le caratteristiche estetiche e strutturali. Alcuni esempi? La passivazione Tridip AL 2050 che prevede l’applicazione di un sottile strato di cromo trivalente in grado di conferire una resistenza alla corrosione paragonabile ai trattamenti che impiegano il cromo VI. Questa tecnica è adatta anche in passivazioni pre-verniciatura ed è un trattamento indicato sia in applicazioni statiche sia in quelle a rotobarile. Non solo: la linea di pretrattamento superficiale di Tecnochimica prevede l’utilizzo di sgrassature liquide come la TECNOLIQUID CH/AL che non provoca alcun tipo di intacco della superficie trattata.