Nell’ultimo anno, è letteralmente esploso il giro d’affari degli e-commerce. Numeri alla mano – per la precisione quelli dell’Osservatorio B2C del Politecnico di Milano – dal 2019 al 2020 è cresciuto del 27% il volume d’affari dei siti che vendono online.
Sono sempre di più – e c’è da dire per fortuna – gli imprenditori che quando lanciano il loro business prendono in considerazione l’e-commerce (che, attenzione, non è la manna dal cielo per tutti).Nel momento in cui si decide di iniziare a vendere online, però, è fondamentale valutare diversi aspetti, tra i quali spicca la profilazione degli utenti. Se ti stai chiedendo perché è importante per gli e-commerce e come farla al meglio, non devi fare altro che seguirci nelle prossime righe di questo articolo.
Profilazione, perché è importante per l’e-commerce
Sono diversi i motivi per cui è importante, se si ha un e-commerce, valutare la profilazione utenti. Il principale riguarda il fatto che, mettendola in atto, è più facile costruire dei messaggi customizzati per i propri clienti e potenziali tali (quando si vende, sia online sia offline, non bisogna mai dimenticare che le persone amano sentirsi valorizzate nella propria unicità).Nel momento in cui si integra la profilazione dell’utenza nella propria strategia di marketing per avere successo con un e-commerce, è bene procedere con metodo, seguendo le linee guida del Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati, ossia il GDPR.
Scopriamo alcuni aspetti dei quali è importante tenere conto nel prossimo paragrafo di questo articolo.
Profilazione dell’utenza ed e-commerce: cosa dice il GDPR
Per prima cosa, è cruciale ricordare che, quando si ha un e-commerce, è doveroso fornire ai propri clienti tutti i riferimenti relativi a quanto previsto dall’articolo 13 del Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali.
Di cosa parla di preciso? Delle specifiche da fornire in caso di dati personali raccolti presso l’interessato. Si parla di preciso di:
- Identità e dati precisi di contatto del titolare del trattamento o di suoi rappresentanti.
- Dati per contattare il responsabile del trattamento dei dati personali.
Da non dimenticare è anche la specificazione della finalità dei dati trattati. Proseguendo con gli aspetti di cui un titolare di e-commerce deve tenere conto nel momento in cui punta ad adeguarsi al GDPR senza lasciare nulla al caso, troviamo anche la necessità di posizionare un banner che notifichi l’utilizzo di cookie di terze parti e che permetta l’accesso a un’informativa atta a chiedere all’utente il consenso al tracciamento da parte di cookie diversi da quelli tecnici.
In generale, bisogna muoversi ricordando sempre che, secondo le linee guida del GDPR, l’utente finale non dovrebbe mai essere sottoposto a profilazione, a meno che il titolare del trattamento dei dati personali non abbia identificato in precedenza una base giuridica atta a giustificare la concretizzazione della profilazione stessa.
Entrando nel vivo del testo del Regolamento Europeo, è possibile scoprire che:
- L’attività di profilazione utenti non può essere svolta nei casi in cui quest’ultima non è necessaria alla conclusione o all’esecuzione di un contratto tra l’interessato e il titolare del trattamento dei dati personali.
- La profilazione prevede un consenso esplicito da parte degli utenti.
Cosa si intende con l’espressione “contratto” chiamata in causa nelle righe precedenti? Per capire meglio la situazione, facciamo l’esempio di un sito che, a seguito della raccolta di dati personali, propone all’utente un servizio specifico e mirato.Non si parla di contratto in merito all’invio di pubblicità. In questo frangente, le comunicazioni possono essere inviate solo previa raccolta del consenso esplicito dell’utente.